Negli scatti di Adriano Zanni un viaggio nella Ravenna post-Deserto Rosso

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In un volume edito da Reclam, in questi giorni in libreria, oltre 70 immagini del fotografo-blogger di R&D. Rigorosamente in bianco e nero, sguardi d’autore fra artificio e natura, scorci urbani e periferici, paesaggi industriali e ambientali.

Cosa resta a Ravenna, a mezzo secolo di distanza dall’uscita di Deserto Rosso, del corpo di quei luoghi di produzione, che all’epoca di Antonioni simboleggiavano in qualche modo l’evoluzione del contemporaneo? È la domanda che si pone Adriano Zanni nell’introduzione del suo libro Cosa Resta (racconti d’osservazione) e la risposta sta nella settantina di foto del volume pubblicato dalle edizioni Reclam, in questi giorni in libreria (84 pagine, 15 euro).
È una raccolta in bianconero che racconta la Ravenna post-Deserto Rosso (con testi introduttivi di Elettra Stamboulis, Walter Pretolani e Davide Reviati), tratta dal lavoro che Zanni da anni conduce sul suo blog “Fulmini&Saette” ospitato sulle pagine del sito e del settimanale Ravenna&Dintorni. Una nuova tappa di un lavoro di ricerca che Zanni conduce su queste tematiche e che mostrano il nostro territorio sotto un’angolazione inedita e lontana da qualsiasi patina.
Gran parte delle immagini del libro sono esposte al Mar di Ravenna fino all’8 gennaio.
Così l’autore, in un passaggio dell’introduzione al libro, racconta il suo lavoro: «Un’esplorazione fotografica del territorio in cui viviamo, una ricerca sul paesaggio urbano, vedute delle città e dei suoi aspetti meno noti ed esplorati. Un viaggio durato anni seguendo itinerari non segnalati dalle guide turistiche».

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